Caligola Records presenta Alessia Obino e Alessandro Fabbri

ALESSANDRO FABBRI - PIANOCORDE


Nato dal lungo e paziente lavoro di Alessandro Fabbri, classe 1961, eccellente batterista ma non solo, anche raffinato compositore ed arrangiatore, «Pianocorde» si inserisce brillantemente fra i non poi così numerosi progetti che utilizzano degli strumenti ad arco in un contesto squisitamente jazzistico. La formazione, infatti, è costituita da pianoforte e batteria, con l'aggiunta del già costituito gruppo Archæa Strings, quintetto con contrabbasso, due violini, viola e violoncello. Di fatto quindi un classico trio jazz “piano/basso/batteria” più un quartetto d’archi. In «Pianocorde», l'attento lavoro di scrittura di Fabbri risulta uno degli elementi centrali, accanto a quello della pregevole improvvisazione solistica del trio.
Il repertorio comprende per lo più brani originali appositamente pensati e scritti per questo organico, come Pianocorde, che dà il titolo al lavoro, o quello per soli archi, Cinemascope, il romantico Rubato od il brillante II° V°martire. Ma vi sono anche personali arrangiamenti di standards, fra cui una riuscita Caravan – che Ellington sia uno dei compositori preferiti del batterista fiorentino lo dimostra anche la presenza nel suo precedente disco da leader, «Rosso Fiorentino» (Caligola 2059), di Angelica, un altro suggestivo seppur meno noto brano del Duca – ma c’è anche un sentito omaggio all’amico Luca Flores, di cui viene riproposta For Those I Never Knew, che acquista una nuova luce grazie alla particolare sonorità cameristica di questa formazione.
Da sempre attento all’arrangiamento ed alla composizione – si pensi, per esempio, al prezioso lavoro svolto all’interno del gruppo If Six Was Nine – Alessandro Fabbri trova forse in «Pianocorde» quel magico equilibrio fra scrittura ed improvvisazione sempre faticosamente cercato, e che aveva solo sfiorato nel suo precedente lavoro da leader, il già citato «Rosso Fiorentino». Equilibrio non facile certo, a cui contribuisce anche Massimiliano Calderai, pianista di solida formazione classica, che gli regala anche una sua suggestiva composizione, Il Tango riflesso.

Massimiliano Calderai (piano),
Filippo Pedol (double bass),
Alessandro Fabbri (drums, odu–drum).
The Quartet:
Mauro Fabbrucci e Vieri Bugli (violin),
Marcello Puliti (viola), Damiano Puliti (cello).

Tracks

1) Il tango riflesso; 2) Pianocorde; 3) For those I never knew; 4) I’ve got the world on a string; 5) Caravan; 6) Rubato; 7) II° V° martire; 8) Cinemascope; 9) Bon–go; 10) Tema per Annalena.


ALESSIA OBINO - ECHOES

Il primo disco da leader della cantante Alessia Obino, nata a Bologna ma veneta d’adozione, è un progetto davvero originale, che non strizza l’occhio alle mode né alle indicazioni del mercato, perché nasce dalla sua esigenza di metabolizzare le esperienze fatte in diversi ambiti musicali, non solo jazzistici, passando soprattutto attraverso la composizione di brani originali. La sua passione per il jazz e la musica brasiliana, unite ad un forte desiderio di conoscere tutto il mondo musicale, costituiscono i presupposti per la formazione di questo quintetto e per la realizzazione del disco «Echoes» registrato nel novembre 2008 e pubblicato nel 2010 dalla nostra etichetta. In verità Caligola aveva già incontrato la bella voce di Alessia, ospite dello splendido «Frenico» (Caligola 2072) di Marco Tamburini.
L’album è formato principalmente da brani composti dalla Obino – uno, A ilha onde tudo começou, preso a tempo di bossanova, con testo in portoghese – ad eccezione di due composizioni di grandi autori del jazz come Charles Mingus (di cui viene interpretata una veemente Strollin’) e Cole Porter (dal cui vastissimo songbook è tratta la celeberrima Love for sale). «Echoes» é un viaggio attraverso un mondo sonoro eterogeneo, dove libertà ed ispirazione permettono ad ogni singolo componente del gruppo di esprimersi in modo personale. Fondamentale in tal senso è il lavoro eseguito dai suoi partners, musicisti emergenti del panorama jazzistico italiano, in particolare dalle chitarre di Daniele Santimone e dal vibrafono di Luigi Vitale.
Ci piace chiudere con parte le belle parole che ha trovato per lei Maria Pia De Vito, da anni ai vertici della vocalità jazzistica, non solo italiana: “...Il lavoro di Alessia rientra per me nella categoria di chi il jazz e i suoi grandi modelli (penso a Mingus, Porter, Monk, Ella e Betty Carter, Anita ‘O Day e forse Joni Mitchell) li ha conosciuti, amati e poi assimilati; è una cantante ed autrice che sta provando a trasformarli in carne e tendini della sua musica, anziché gabbia... Ha misura e nel contempo osa nella costruzione dei temi, nella coerenza dell’utilizzo delle timbriche. E’ bella e moderna la scelta del vibrafono e di una chitarra straniata, che usa l’elettronica senza ridondanze, supportata da una ritmica intelligente ed agile. I compagni assecondano queste sensazioni di misura e pacatezza dialogando con grande senso delle campiture sonore e bella energia.”

Alessia Obino (vocals),
Antonio Vitale (vibes),
Daniele Santimone (electric guitar),
Alessandro Fedrigo (acoustic bass),
Gianni Bertoncini, Carlo Canevali (drums).

Tracks

1) Strollin’; 2) Midnightmare; 3) Changing melody; 4) Echoes; 5) Stone; 6) Love for sale; 7) Lasting dream; 8) A ilha onde tudo começou.